Casale del Giglio Chardonnay Bianco Lazio IGT 2021
8,70€
2 in stock
Weight | 1 kg |
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Denominazione | Lazio IGT |
Vitigno | Chardonnay 100% |
Ubicazione | Borgo Le Ferriere Aprilia (LT) |
Vendemmia | Fine settembre. |
Vinificazione | Dopo un’accurata pressatura soffice delle uve ed un’attenta selezione del mosto fiore, si passa alla fase di fermentazione che si sviluppa nel tempo di 6–8 giorni. |
Affinamento | 3-4 mesi in acciaio. L’imbottigliamento è previsto per l’inizio dell’anno. |
Gradazione alcolica | 13,00% |
Temperatura servizio | 8°-10°C |
Abbinamenti | Pesce alla griglia o carni bianche in umido, si abbina anche con un'insalata di mare o un carpaccio di polpo, con le linguine allo scoglio e i cannelloni ricotta e spinaci, con il rombo in crosta di patate e con le scaloppine di pollo al latte. |
Silver Medal | Chardonnay du Monde |
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Lo Chardonnay, grande vitigno protagonista nei più famosi vini bianchi del mondo, è originario di quella illustre regione vitivinicola francese che è la Borgogna. È stato introdotto con successo nell’Agro Pontino, in provincia di Latina, dopo una favorevole sperimentazione e da allora arricchisce la base ampelografica del territorio. ino bianco fresco e strutturato, risulta idoneo per differenti occasioni; ottimo sia per aperitivi che durante le cene. Consigliato come vino da degustare durante cene o serate con amici all’insegna dell’allegria, del divertimento e di lunghe chiacchierate.
Tastings Notes
Giallo paglierino intenso.
Esprime un elegante bouquet di fiori di acacia e di frutta quale pesca e banana.
Fresco, di buona struttura, con un finale lungo e accattivante.
Realtà dell’Agro Pontino, a sud di Roma, Casale del Giglio ha rappresentato per anni tutte le potenzialità dei vini non solo della zona di Latina, ma di tutto il Lazio. Un luogo che, a differenza di molte altre zone rese famose da un’azienda capace di valorizzarle, era ancora vergine, quando nel 1967 Dino Santarelli iniziò a immaginarvi una cantina moderna ed efficiente. Un sogno divenuto realtà grazie anche allo straordinario contributo del figlio di Dino, Antonio, il quale ha iniziato a seguire attivamente l’azienda in particolare a partire dalla metà degli anni ‘80. Un progetto che ha dimostrato quanto l’impegno dell’uomo sia in grado di incidere nella realizzazione di un grande vino. Dalla sperimentazione in vigna fino all’imbottigliamento, Casale del Giglio è riuscita a “esportare” il Lazio grazie a vitigni anche lontanissimi per origine, sempre però declinati con uno stile particolarmente riconoscibile, di gran classe. Oltre ad Antonio Santarelli, i nomi che hanno contribuito a far grande Casale del Giglio sono quelli di Attilio Scienza – dell’Istituto di Coltivazioni Arboree dell’Università di Milano – di Angelo Costacurta – dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano – di Fulvio Mattivi – dell’Istituto Agrario Provinciale San Michele all’Adige – e di Paolo Tiefenthaler, quest’ultimo enologo storico dell’azienda, che ritroviamo ancora oggi a supervisionare scrupolosamente ogni fase produttiva che viene svolta in cantina. Vini di assoluto fascino, da scoprire uno a uno apprezzandone ogni minima peculiarità.
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