Azienda Vitivinicola Terredora Di Paolo “Loggia della Serra” Greco di Tufo Avellino DOCG 2023
16,20€
5 in stock
Weight | 1,216 kg |
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Denominazione | Greco di Tufo DOCG |
Zona di Produzione | Vigneti di proprietà in Montefusco. |
Vitigno | Greco 100% |
Vinificazione | Alla vinificazione con macerazione a freddo delle uve raccolte nella seconda decade di ottobre, segue fermentazione a temperatura controllata del |
Affinamento | Su fecce fini per qualche mese. |
Gradazione Alcolica | 12,50% |
Temperatura servizio | 10°- 12°C |
Abbinamenti | Ideale con primi piatti importanti, crostacei, piatti di pesce anche alla griglia, mozzarella di bufala, pollame e piatti freddi. |
90 / 100 | Wine Spectator |
Silver Medal | Decanter World Wine Awards |
Goldr Medal | IWC |
90 / 100 | Robert Parker |
92 / 100 | James Suckling |
88 / 100 | Vinous |
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Nasce da parcelle selezionate di uve Greco prodotte nei terreni di proprietà di Montefusco. Loggia della Serra è, in particolare, il nome del belvedere di Serra, circondato fin in cima da filari di Greco che, caparbiamente, spingono le radici in profondità e i tralci verso l’alto. L’armonica combinazione tra il millenario vitigno Greco, il suolo argilloso calcareo, ostile a coltivazioni prodighe, l’ambiente di questi siti di alta collina, a circa 600 mt slm, conferiscono al Loggia della Serra ricca complessità e personalità. Esuberante ed avvolgente, è una selezione che gioca molto sull’equilibrio tra acidità e mineralità, per cui il Greco è famoso, e tra potenza esuberante e persistenza del frutto.
Sapore di grande persistenza aromatica che ricorda frutti maturi, corpo pieno, morbido ed equilibrato dall’ottima acidità; evolve positivamente negli anni.
Tastings Notes
Giallo paglierino brillante.
Eleganti ecomplessi profumi fruttati di albicocca, mela, pesca ed agrumi.
Sapore di grande persistenza aromatica che ricorda frutti maturi, corpo pieno, morbido ed equilibrato dall’ottima acidità; evolve positivamente negli anni.
La cantina Terredora è sita nello scrigno paesaggistico di Serra di Montefusco, in provincia di Avellino, fra le cinque campane l’area più montuosa e collinare della regione. Posta a cavallo del crinale che separa la Valle del Sabato dalla Valle del Calore, ha un’architettura che ricerca costantemente la funzionalità del lavoro, anche se non mancano momenti in cui questi stessi spazi ospitano eventi, in quel sottile file rouge per cui il vino è socialità. La decisione di costruire la cantina a Montefusco non fu casuale. Fu frutto della presenza delle tenute nei comuni di Santa Paolina, Montefusco, Montemiletto, Montefalcione, Lapio, posti l’uno contiguo all’altro, quasi come un’ideale strada del vino fra gli areali delle tre DOCG irpine: Greco di Tufo, Taurasi e Fiano di Avellino. Se oggi la posizione di Montefusco è straordinaria perché centrale rispetto alle zone di produzione delle più importanti denominazioni vinicole della Campania,
in passato lo fu per ragioni politiche, atteso che quello che è oramai un piccolo e montuoso comune fu capoluogo amministrativo del Principato Ultra, il cui territorio corrisponde all’attuale provincia di Avellino. Montefusco mantenne questa posizione fino al 1806, quando con l’arrivo dei francesi si operò una razionalizzazione delle province. In base a criteri moderni Montefusco era ormai un luogo scomodo e piccolo per ospitare la sede di una grande provincia, freddo e inaccessibile durante l’inverno. Quelle qualità militari che ne avevano fatto la fortuna nel Medioevo e durante tutta l’Età Moderna non erano ritenute più utili in un’epoca di sviluppo e innovazione. Il declino colpì queste terre che hanno cominciato a godere di un certo benessere solo a partire dagli anni Settanta, grazie al riconoscimento della DOC prima e nel 2003 della DOCG del Greco di Tufo.
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