Azienda Vitivinicola Terredora Di Paolo “Campo Re” Fiano di Avellino Riserva DOCG 2019
22,50€
5 in stock
Weight | 1,216 kg |
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Denominazione | Fiano di Avellino Riserva DOCG |
Zona di Produzione | Parcelle selezionate del vigneto di proprietà in Lapio, Campore. |
Epoca di Vendemmia | Fine Ottobre |
Vitigno | Fiano 100% |
Vinificazione | Alla vendemmia tardiva di uve selezionate, raccolte a fine ottobre, segue un’attenta vinificazione con fermentazione in barrique. |
Affinamento | Affinamento “sur lie” per minimo 6 mesi e successivo affinamento in bottiglia per almeno 24 mesi. |
Gradazione Alcolica | 13,00% |
Temperatura servizio | 10°- 12°C |
Abbinamenti | Ideale con risotti, crostacei e piatti di pesce elaborati. |
90 / 100 | Wine Spectator |
Silver Medal | Decanter World Wine Awards |
Goldr Medal | IWC |
90 / 100 | Robert Parker |
92 / 100 | James Suckling |
88 / 100 | Vinous |
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Nasce da uve Fiano prodotte nella nostra proprietà a Campore, in agro di Lapio, una zona tra le più vocate per la viticultura, tanto che avrebbe potuto essere la “Campagna del Re”. Grazie al microclima, ai suoli di origine vulcanica, qui questo vitigno storico trova la sua dimora, la sua patria sin dall’antichità. Ricchezza e mineralità per uno stile quasi archeologico della grande tradizione del Fiano di Avellino, il bianco che un tempo veniva stappato dopo molte vendemmie.
Di sapore morbido, complesso ed elegante e di ricca struttura, evolve positivamente negli anni. E’ ideale con risotti, crostacei e piatti di pesce elaborati.
Tastings Notes
Giallo paglierino brillante.
Eleganti ecomplessi profumi fruttati di albicocca, mela, pesca ed agrumi.
Sapore di grande persistenza aromatica che ricorda frutti maturi, corpo pieno, morbido ed equilibrato dall’ottima acidità; evolve positivamente negli anni.
La cantina Terredora è sita nello scrigno paesaggistico di Serra di Montefusco, in provincia di Avellino, fra le cinque campane l’area più montuosa e collinare della regione. Posta a cavallo del crinale che separa la Valle del Sabato dalla Valle del Calore, ha un’architettura che ricerca costantemente la funzionalità del lavoro, anche se non mancano momenti in cui questi stessi spazi ospitano eventi, in quel sottile file rouge per cui il vino è socialità. La decisione di costruire la cantina a Montefusco non fu casuale. Fu frutto della presenza delle tenute nei comuni di Santa Paolina, Montefusco, Montemiletto, Montefalcione, Lapio, posti l’uno contiguo all’altro, quasi come un’ideale strada del vino fra gli areali delle tre DOCG irpine: Greco di Tufo, Taurasi e Fiano di Avellino. Se oggi la posizione di Montefusco è straordinaria perché centrale rispetto alle zone di produzione delle più importanti denominazioni vinicole della Campania,
in passato lo fu per ragioni politiche, atteso che quello che è oramai un piccolo e montuoso comune fu capoluogo amministrativo del Principato Ultra, il cui territorio corrisponde all’attuale provincia di Avellino. Montefusco mantenne questa posizione fino al 1806, quando con l’arrivo dei francesi si operò una razionalizzazione delle province. In base a criteri moderni Montefusco era ormai un luogo scomodo e piccolo per ospitare la sede di una grande provincia, freddo e inaccessibile durante l’inverno. Quelle qualità militari che ne avevano fatto la fortuna nel Medioevo e durante tutta l’Età Moderna non erano ritenute più utili in un’epoca di sviluppo e innovazione. Il declino colpì queste terre che hanno cominciato a godere di un certo benessere solo a partire dagli anni Settanta, grazie al riconoscimento della DOC prima e nel 2003 della DOCG del Greco di Tufo.
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