Azienda Vinicola Mastroberardino Lacryma Christi del Vesuvio Bianco DOC 2019
10,90€
2 in stock
Weight | 1,2 kg |
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Denominazione | Lacryma Christi del Vesuvio DOC |
Vitigni | 100% Coda di Volpe |
Vinificazione | Vinificazione classica in bianco in serbatoi di acciaio (circa 20 giorni) a temperatura controllata (16°C-18°C). |
Affinamento | In acciaio, successivamente In bottiglia per tre – quattro mesi. |
Gradazione Alcolica | 12,50% |
Temperatura servizi | 10 – 12°C |
Abbinamenti | Antipasti: finger food, insalate di mare |
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Leggenda narra che dal pianto di Dio nacque la vite dalla cenere, sul vulcano Vesuvio. E vogliamo crederci, noi che il Lacryma Christi bianco di Mastroberardino l’abbiamo degustato fino all’ultima goccia. Retaggio importante quello che si porta sulle spalle questa Doc: nel vedere il Golfo di Napoli, unico lembo di cielo sottratto a Lucifero, Dio pianse. E dalle sue lacrime nacque la vite. Un vino pretenziosamente celeste, dunque, quello che finisce oggi sotto la nostra lente di ingrandimento, per la vendemmia 2014. Eppure così legato alla terra, a Madre Natura. A un suolo vulcanico che si esprime sotto forma liquida, nel Lacryma Christi del Vesuvio bianco Doc Mastroberardino, in tutta la sua mineralità.
Lacyma Christi del Vesuvio bianco Doc Mastroberardino è ottenuto mediante vinificazione di sole uve Coda di Volpe. I vigneti – di età media di 15 anni – sono esposti principalmente a Sud-Est, a un’altitudine di 170 metri sul livello del mare, con una densità d’impianto di 2.500 ceppi circa per ettaro, allevati a raggiera e spalliera con potatura guyot. La vinificazione è classica in bianco, in serbatoi di acciaio a temperatura controllata. Segue un periodo di affinamento in bottiglia per almeno un mese, prima della commercializzazione. Una storia di qualità, quella della famiglia Matroberardino, che affonda le sue radici oltre due secoli fa, in Irpinia, per la precisione nel Comune di Atripalda, Avellino.
Tastings Notes
Giallo paglierino tendente al dorato.
Sentori di frutti maturi, ananas, pesca bianca, pera ed un aroma tipico di liquirizia.
Suadente come chi ti racconta una storia antica di cui vorresti conoscere in fretta il finale; in un contorno minerale delizioso, giustamente sapido, parla nuovamente di pesche, pere e buccia d’agrumi.
Si abbina bene con piatti di pesce e crostacei, sia primi che secondi importanti e gustosi, perché capace con la sua freschezza e il suo corpo di reggerli alla perfezione. A una temperatura che non dovrebbe superare i 13 gradi.
Cantina di eccezionale rilevanza, per alcuni sinonimo stesso della Campania e del suo fascino unico, quella della famiglia Mastroberardino è una realtà vitivinicola da sempre in grado di coniugare al meglio tecnica e passione, grandi numeri e qualità, innovazioni e tradizioni. Un’azienda la cui iscrizione al registro delle imprese della provincia di Avellino risale addirittura al 1878, e che da allora ha protetto e divulgato i grandi valori del territorio irpino senza mai cedere alle tendenze e alle mode del momento, e anzi, continuando sulla strada tracciata dai suoi fondatori.
La storica sede dell’impresa si trova ad Atripalda, nella provincia avellinese, nel cuore di quelle che sono le più importanti denominazioni campane quali Greco di Tufo, Fiano di Avellino e Taurasi, ma gli oltre duecento ettari vitati sono distribuiti a macchia di leopardo in alcune delle più vocate aree viticole della regione. Mastroberardino può infatti vantare la produzione, sempre eccellente, di tutte le più importanti varietà vitate della Campania, dall’aglianico al fiano e al greco, dalla falanghina al piedirosso e alla coda di volpe. Varietà in grado di regalare vini di grandissimo spessore anche a distanza di molti anni. In vigna, da tempo ormai la gestione tiene conto tutti gli aspetti più significativi per la valutazione dell’impatto ambientale e per l’attuazione di una conduzione il più possibile sostenibile, per cui tra i filari vengono impiegati prodotti assolutamente biocompatibili, e da qualche anno è stato avviato un progetto di ricerca volto a selezionare i migliori lieviti autoctoni delle uve aziendali. In cantina, altrettanto rigore e scrupolo sono riservati a ogni passaggio produttivo, dalla vinificazione sino all’imbottigliamento e all’affinamento.
Da qui nascono i vini etichettati “Mastroberardino”, ovvero bottiglie uniche e inimitabili, dal “Radici” alla linea “Vintage”, fino ad arrivare ai Rosati e ai Passiti, passando per il Lacryma Christi del Vesuvio e per i distillati.
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